Il trasporto aereo moderno consente non soltanto di viaggiare nelle zone più remote del mondo nel tempo più breve possibile, ma anche di creare nuovi campi di attività e uno scambio globale di merci di dimensioni senza precedenti. Gli aerei garantiscono benessere e crescita e sono il presupposto per molte delle comodità della vita moderna. Per contro, il trasporto aereo provoca anche enormi conseguenze per l‘ambiente.
L‘impatto ambientale del trasporto aereo può essere suddiviso in quattro aree: il contributo al cambiamento climatico, l‘inquinamento atmosferico generale, l‘inquinamento idrico e l’inquinamento acustico. Secondo le stime, il traffico aereo civile e commerciale ha generato circa 900 milioni di tonnellate di CO2 nel 2018, l‘80% delle quali è prodotto dal trasporto passeggeri, e il restante 20% dal trasporto merci.
Le emissioni di CO2 generate dal trasporto aereo, come per qualsiasi forma di utilizzo di energia da fonti di energia fossili, non possono essere completamente evitate, ma possono essere ridotte altrove. Sostenendo progetti a difesa del clima, ovvero finanziando investimenti che riducono i gas serra, vengono ridotte le emissioni di anidride carbonica nella misura delle emissioni causate e quindi si ottiene una compensazione del CO2.
Per ridurre invece gli effetti, si sta lavorando a concetti di propulsione alternativi, in particolare il bio-cherosene, il cherosene che non viene prodotto dal petrolio, e l‘etanolo. L‘uso del bio-cherosene, dove gli idrocarburi sono ottenuti da oli vegetali idrogenati, consente di continuare ad utilizzare gli attuali aerei, ma presenta gli stessi problemi di altri biocombustibili. Se vengono abbattute le foreste per produrre olio di colza o di palma o se i prezzi dei prodotti alimentari aumentano a causa della maggiore domanda, viene messa in discussione la compatibilità ambientale o sociale di queste alternative. Queste considerazioni giustificano gli sforzi verso la prossima generazione di bio-cherosene che deve essere prodotta da rifiuti biologici o da materiali riciclati. In tutti i casi, a prescindere dal fatto che queste alternative siano realmente idonee a ridurre le emissioni in modo sostenibile, per il momento non è prevedibile un uso commerciale diffuso di sistemi di propulsione alternativi.
Le compagnie aeree sono consapevoli del fatto che il traffico aereo contribuisce in modo significativo al cambiamento climatico e sentono la propria responsabilità di dover ridurre l‘impronta ecologica dei viaggi aerei. I principali approcci per raggiungere questo obiettivo sono, da un lato, la gestione efficiente delle risorse e, dall‘altro, l‘impiego di tecnologie moderne. Ma con differenti strategie a livello di singole compagnie: questo consente al risparmiatore consapevole e, più in generale, ai fondi comuni SRI, di selezionare le società che in questo ambito evidenziano gli approcci più virtuosi.
La tedesca Lufthansa, per esempio, investe continuamente nel rinnovamento della flotta con aerei eco-efficienti. Nel concreto, la società prevede di mettere in funzione un nuovo aereo ogni due settimane nei prossimi 10 anni. I nuovi aerei promettono una riduzione delle emissioni del 25% rispetto ai modelli più vecchi. L‘americana Delta Air Lines, dal canto suo, articola la propria strategia climatica in obiettivi a breve, medio e lungo termine. Nel breve termine, Delta punta a migliorare l‘efficienza del combustibile dell‘1,5 % all’anno. Nel medio termine, l‘acquisto di compensazioni mira a mantenere il livello delle emissioni a quello del 2019/2020 e nel lungo termine, entro il 2050, la società vuole ridurre le proprie emissioni di CO2 del 50% rispetto al 2005. La compagnia aerea britannica EasyJet, la cui affiliata EasyJet Europe opera dall‘aeroporto di Vienna-Schwechat, è riuscita a ridurre di un terzo le emissioni di CO2 per passeggeri-km tra il 2000 e il 2019. A novembre dello scorso anno, Easy Jet ha inoltre annunciato di voler essere la prima compagnia aerea che compensa tutte le sue emissioni di CO2. Sempre EasyJet sostiene la start-up americana Wright Electric, che sta lavorando allo sviluppo di un aereo elettrico per voli a corto raggio. Inoltre, EasyJet ha recentemente stretto una partnership con Airbus per analizzare insieme le opportunità e le sfide dell‘introduzione di aerei ibridi ed elettrici per i voli a corto raggio in Europa. Tuttavia ,se a medio e lungo termine sarebbero del tutto ipotizzabili soluzioni alternative come gli ibridi o gli aerei completamente elettrici, sia Ryanair che Finnair reputano che probabilmente ci vorranno almeno 20 anni prima di arrivare all’uso diffuso degli aerei a propulsione elettrica.