L’economia circolare rappresenta una priorità strategica per le imprese italiane, posizionando il Paese come leader europeo in diversi settori. Il rapporto di SACE evidenzia come l’Italia sia all’avanguardia nell’adozione di modelli circolari in ambiti chiave quali manifattura, agroalimentare, tessile, edilizia ed energia. Questa leadership multi-filiera è sostenuta da un sistema industriale solido e da imprese che hanno investito nella sostenibilità, adottando principi come il riutilizzo, il riciclo e l’efficienza energetica. I dati mostrano che l’economia circolare potrebbe generare fino a 600 miliardi di euro di valore economico entro il 2030 a livello europeo.
Tra le filiere di eccellenza emergono il manifatturiero e il tessile, settori dove le aziende italiane si distinguono per l’utilizzo di materiali riciclati e tecniche innovative. Nel settore edilizio, l’uso di materiali rigenerati e tecnologie efficienti ha ridotto le emissioni di CO₂ e gli sprechi. L’agroalimentare è un altro settore chiave, con iniziative che mirano a ridurre gli scarti e riutilizzare sottoprodotti, promuovendo la bioeconomia. I casi studio riportati nel rapporto mostrano come investire nella circolarità permetta alle imprese non solo di ridurre l’impatto ambientale, ma anche di accrescere la competitività sui mercati internazionali.
Nonostante i risultati positivi, l’economia circolare in Italia deve affrontare alcune sfide, tra cui la necessità di investimenti in innovazione tecnologica, infrastrutture adeguate e accesso a finanziamenti mirati. SACE sottolinea l’importanza di accelerare la transizione circolare, evidenziando opportunità come l’accesso ai fondi del PNRR e l’adozione di politiche industriali a supporto delle imprese. Il rapporto prevede che la trasformazione circolare sarà cruciale per rispondere ai cambiamenti climatici e migliorare la resilienza delle catene del valore italiane. Trovate qui la pubblicazione.