Per il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite è necessario impedire che le temperature globali aumentino di oltre 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali
Uno degli effetti più pericolosi del cambiamento climatico è l’innalzamento dei mari. Si tratta di un fenomeno accertato che vede, ogni anno, il mare aumentare di 3,2 mm: dal 1880 i livelli medi del mare si siano gonfiati di circa 23 cm, con un’accelerazione negli ultimi 25 anni. La causa prima e diretta è lo scioglimento dei ghiacciai continentali della Groenlandia, dell’Antartide e del Canada, mentre quelli del Polo Nord non contribuiscono, perché già si trovano sull’acqua: un fenomeno riconducibile anche al riscaldamento della superficie degli oceani, che dilata la massa d’acqua.
EFFETTI POTENZIALMENTE CATASTROFICI
Gli effetti sono potenzialmente catastrofici: per esempio il villaggio Kivalina, nel Borough di Northwest Arctic in Alaska, rischia di scomparire per sempre minacciato dall’innalzamento del livello del mare e dall’erosione delle coste. In base ad alcune stime in uno studio pubblicato sulla rivista Nature, se il livello dei mari si alzasse di 1 metro Venezia sarebbe la prima a finire sott’acqua. Se si alzasse di 2-4 metri sarebbero Amburgo, Amsterdam, San Pietroburgo, San Francisco e Los Angeles a finire sommerse. Tra i 5 e i 7 metri in più l’acqua allagherebbe le strade di Shanghai, New Orleans ed Edimburgo, e oltre gli 8 metri la stessa sorte toccherebbe a Londra e New York.
IL RISCALDAMENTO GLOBALE
C’è una sostanziale convergenza di idee sul fatto che l’aumento della temperatura media del pianeta (il riscaldamento globale) sia la causa scatenante lo scioglimento dei ghiacci. Al contrario, le stime divergono riguardo alla dimensione del fenomeno , ovvero di quanto si alzeranno i mari e sul picco potenziale di tale innalzamento. Il problema sono la quantità e l’enormità della variabili in gioco per un sistema così complesso come il Pianeta Terra.
LE RILEVAZIONI DELLA NASA DAL 2003 AL 2019
A questo proposito, utilizzando lo strumento laser per l’osservazione della Terra più avanzato a disposizione, gli scienziati della NASA hanno effettuato misurazioni precise e dettagliate di come sia cambiata l’elevazione delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide in 16 anni, dal 2003 al 2019. In base a tutti questi dati, gli scienziati della Nasa stimano che si arriverà entro il 2100 a una sessantina di centimetri in più rispetto ai livelli attuali.
IL SETTEMBRE PIU’ CALDO DI SEMPRE
Intanto, secondo il servizio europeo Copernicus sui cambiamenti climatici, il caldo torrido in Australia, Europa, Medio Oriente e in molte altre aree del mondo ha reso lo scorso mese di settembre il più caldo di sempre. Nella contea di Los Angeles, in particolare, di giorno sono stati toccati i 49 gradi Celsius, quasi 1,3 gradi più caldo rispetto ai livelli preindustriali: un fenomeno accompagnato da devastanti incendi in tutto lo stato con la California ricoperta da cieli apocalittici. Anche a migliaia di chilometri di distanza in Siberia, una parte del mondo solitamente coperta di neve per gran parte dell’anno, gli incendi incontrollabili hanno continuato a emettere emissioni di carbonio nell’atmosfera con picchi di temperatura di oltre i 25 gradi centigradi a maggio, rispetto allo zero della temperatura standard storica di quel mese. Una situazione che rilancia l’allarme del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite: è indispensabile agire subito in modo da impedire che le temperature globali aumentino di oltre 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali con conseguenze catastrofiche per il pianeta.