Rispetto dei criteri di sostenibilità nella produzione agricola e agroalimentare privilegiando quei processi naturali che consentano di preservare nel tempo le risorse ambientali. E’ questa, in estrema sintesi, la definizione di agricoltura sostenibile che combina la produzione di alimenti e altri prodotti agricoli in modo economicamente vantaggioso per gli agricoltori, con pratiche rispettose dell’ambiente e socialmente giuste: un approccio che contribuisce a migliorare la qualità della vita sia degli agricoltori che dell’intera società.
Sostenibilità ambientale e sociale devono infatti procedere in armonia tra loro: una filiera agroalimentare e agroindustriale sostenibile ha l’obiettivo di garantire la salute delle persone, migliorare la qualità della vita dei produttori, favorire l’equità sociale, salvaguardare i diritti umani, promuovere lo sviluppo economico solidale e indurre ad una sempre maggiore attenzione per il trattamento etico degli animali. In base alla definizione dell’Agricultural Sustainability Institute, divisione dell’University of California a Davis, l’obiettivo dell’agricoltura sostenibile consiste nel soddisfare il fabbisogno attuale di alimenti e tessuti senza compromettere la capacità da parte delle generazioni future di soddisfare a loro volta il proprio fabbisogno. In quest’ottica, il reddito equo dell’agricoltore, la conservazione nel tempo della fertilità del suolo, la tutela della salute dell’operatore agricolo e del consumatore, la salvaguardia nel tempo delle risorse ambientali costituiscono delle priorità imprescindibili.
La FAO (Food and Agriculture Organization, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha definito i 5 principi dell’agricoltura sostenibile che consentono di coniugare sostenibilità e attività agricola. In primo luogo si richiede di aumentare la produttività, l’occupazione e il valore aggiunto nei sistemi alimentari: pianificare le pratiche e i processi agricoli in modo da garantire i rifornimenti alimentari assicurando, al contempo, una riduzione dei consumi di acqua ed energia. Poi occorre favorire la conservazione dell’ambiente, riducendo l’inquinamento delle fonti idriche e la distruzione di habitat ed ecosistemi, e il deterioramento dei suoli. Anche migliorare i mezzi di sussistenza e favorire una crescita economica inclusiva è di assoluto rilievo come pure accrescere la resilienza di persone, comunità ed ecosistemi: a questo proposito è indispensabile trasformare i modelli produttivi in modo da minimizzare gli impatti che gli eventi estremi innescati dai cambiamenti climatici e la volatilità dei prezzi di mercato hanno sull’agricoltura. Infine si deve predisporre la governance alle nuove sfide: un obiettivo raggiungibile tramite una cornice legale idonea a garantire un equilibrio fra settore pubblico e privato, assegnando incentivi e assicurando equità e trasparenza.
Obiettivi che trovano nell’innovazione tecnologica un alleato strategico, grazie alla quale è possibile implementare gli ultimi ritrovati dell’industria 4.0: digitalizzazione, geolocalizzazione, connessione in rete, Internet of Things. Portare miglioramenti come la digitalizzazione o la geolocalizzazione significa permettere a chi lavora i terreni di raggiungere la massima precisione per quanto riguarda l’utilizzo di sostanze e risorse in base alla tipologia di terreno e alla sua estensione e, inoltre, conoscere quale sia il momento migliore per gestire le varie fasi della coltivazione. E’ quella che viene chiamata ’agricoltura di precisione’, che calibra le tecniche e le sostanze da usare in base alle caratteristiche dei singoli terreni (in termini di suoli, risorse idriche, colture e rischi ambientali) e che sfrutta un monitoraggio in tempo reale delle condizioni meteorologiche: una gestione efficiente che è in grado di ottimizzare la produzione minimizzando gli sprechi e gli impatti sul pianeta e incrementando la rendita.
Il futuro dell’agricoltura è già tracciato: organizzando attività di educazione, adottando incentivi economici e promuovendo tecnologie nuove che garantiscano un’offerta stabile di derrate alimentari, è possibile raggiungere una piena sostenibilità.