Il mio reportage: Recentissima la notizia del 31 ottobre 2019 con la quale la Comunità Europea, che sta finanziando il progetto “SponGES”, informa di un’importantissima scoperta realizzata dai ricercatori scientifici. Per meglio capire l’importanza della notizia, bisogna fare una passo indietro, o meglio una premessa. Oltre 1\3 della CO2 che scelleratamente emettiamo nell’atmosfera e che contribuisce ad aumentare il livello delle temperature, viene assorbito dagli oceani, che ricoprono il 71% della corsa terrestre. Questa CO2 viene assorbita dal fitoplancton, dalle diatomee e da alghe fotosintetiche presenti negli ecosistemi marini e di acqua dolce. Questi “doni di Dio” che assorbono la CO2, diatomee in testa, hanno la propria struttura scheletrica costituita da silicio, il secondo elemento più abbondante sulla crosta terrestre dopo l’ossigeno. Fatta questa premessa, veniamo alla scoperta: Gli scienziati hanno evidenziato che la maggior parte del silicio presente negli oceani proviene dalle spugne di mare e non dalle sole diatomee, come ritenuto in precedenza. Sino ad oggi si identificava nelle diatomee, i maggiori contributori di silicio. Infatti quando le diatomee muoiono, si depositano sul fondo del mare, rimuovendo il carbonio dalle acque di superficie, sequestrando nei sedimenti sottostanti. La rimozione e il sequestro di carbonio e silice dalla superficie degli oceani, contribuiscono a mantenere sotto controllo il questo gas a effetto serra atmosferico. La silice disciolta viene riciclata e col tempo viene riportata in superficie da correnti di risalita (upwelling) per essere riutilizzata nella zona raggiunta dalla luce del sole (eufotica). La velocità di questo ciclo e la quantità di silice disponibile per la crescita delle diatomee avranno implicazioni per il riscaldamento o il raffreddamento del clima. «Con il continuo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, è necessario stabilire se nell’oceano esistono altri importanti pozzi di assorbimento biologici del silicio disciolto, oltre alla sedimentazione degli scheletri delle diatomee» «In particolare, è stato scoperto che le spugne sono responsabili per il sequestro di circa 48 milioni di tonnellate di silicio all’anno attraverso i frammenti microscopici che compongono i loro scheletri silicei. Questo dato aumenta di circa il 28 % l’ampiezza del pozzo di assorbimento biologico del silicio nell’oceano, che in precedenza era stato calcolato prendendo in considerazione soltanto gli scheletri delle diatomee». In conclusione, che Dio (ma soprattutto noi!) preservi queste spugne che in realtà oggi scopriamo, sono “a monte” del processo di assorbimento di CO2 e relativa trasformazione dello stesso in ossigeno! Ecco le splendide spugne che popolano i fondali delle Bahamas e 3 simpaticissimi “amici” che con le spugne ci giocano!
Dove: Questo video l’ho girato nei fondali dell’isola di San Salvador, Repubblica delle Bahamas
Come: Per le riprese subacquee ho utilizzato una camera Sony A7III, obiettivo grandangolare Sony 12-24mm, custodia subacquea Easydive Leo WI, illuminazione 2 Easydive Revolution da 15.000 lumen ciascuno