La manifattura italiana e il contributo energetico
La transizione energetica è da anni una delle principali sfide che i Paesi europei sono chiamati a fronteggiare, soprattutto per contrastare il surriscaldamento delle temperature mantenendo un orecchio teso agli sviluppi delle controversie geopolitiche.
In un contesto in continua evoluzione, la Commissione Europea ha ritracciato i propri obiettivi per il 2030 per sviluppo di rinnovabili, efficienza energetica e contenimento delle emissioni.
Per velocizzare il processo di decarbonizzazione le aziende saranno chiamate a contribuire attivamente; nello specifico, entro il 2030 l’intera industria manifatturiera e il settore terziario dovranno raggiungere l’obiettivo di ridurre l’emissione di gas serra (GHG), rispettivamente, del 61% e del 44% rispetto ai livelli registrati nel 2005.
Secondo la ricerca di The European House – Ambrosetti, il 64% del campione delle aziende manifatturiere italiane possiede solide basi nozionistiche in merito alla decarbonizzazione, ma solo il 26% ritiene di poter contribuire attivamente ai processi in atto. In particolare, circa un terzo delle imprese energivore giudica troppo ambiziosi i target europei di decarbonizzazione al 2030 e fino all’80% delle imprese manifatturiere lamenta una limitata disponibilità di incentivi per la transizione energetica.
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