L’Italia sta attraversando, come l’intero pianeta più in generale, una fase climatica caratterizzata da forti e persistenti anomalie, capaci di intervenire modificando il ciclo idrico, incrementando la frequenza e l’intensità di una serie di eventi meteorologici. Ci troviamo di fronte ad un nuovo scenario, in cui siamo chiamati ad un forte e brusco adattamento e intraprendendo attività volte a generare un impatto positivo.
Dal recente report “Troppa o troppo poca? L’acqua in Italia, in un clima che cambia” presentato lo scorso luglio, viene disegnata una panoramica dello stato attuale del nostro Paese in materia di disponibilità idrica, dove tra i principali punti emerge che:
Siamo il terzo Paese europeo con la maggiore disponibilità di acqua (circa 130 miliardi di metri cubi ogni anno, valore visto in riduzione del 20% rispetto a inizio ‘900)
Deteniamo il record di prelievi idrici, pari a circa 40 miliardi di metri cubi all’anno. Per prelievi idrici intendiamo quella quota d’acqua estratta da fiumi o falde acquifere per l’utilizzo.
1 italiano ogni 5 abita in aree potenzialmente allagabili, mentre poco meno di 7 milioni di persone sono soggette a minacce idriche di gravità medio-alta.
Puoi approfondire il contenuto dell’indagine cliccando qui.